Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (cit. Seneca)

Obiettivo Protezione (perchè stipulare una polizza..)

 


 

 

 

 

E’ noto che gli italiani sono un popolo fatalista e scaramantico quando si parla di Probabilità e Imprevisti della Vita (a qualcuno, forse, verrà in mente il gioco del Monopoli…..!).

Tuttavia se da una parte, sempre con i dovuti scongiuri, si è consapevoli che la Vita può riservare eventi spiacevoli, dall’altra, spesso, si sbaglia a fare la scelta giusta. Si Preferisce il “fai da te”, accantonando parte dei propri risparmi in attività inefficienti (conti correnti o strumenti similari) anziché coprirsi in modo “più intelligente”.

Infatti, se si considera solo il Ramo Danni e si prendono i Clienti Privati (escluso le aziende e tutte le coperture obbligatorie come RC auto), emerge chiaramente che siamo un “Popolo Sotto Assicurato” (solo il 6% degli italiani è assicurato sulla premorienza, sugli infortuni la percentuale sale al 24% ma con coperture molto limitate, sulla malattia appena il 4% e sul rischio di non autosufficienza siamo addirittura a un misero 0,5% delle famiglie)!

Ciò fa emergere un quadro abbastanza deprimente in tema di scarsa Educazione finanziaria/assicurativa.

Fatta questa breve premessa, cerco di spiegare perché il metodo più corretto per proteggersi da imprevisti futuri, sia quello di assicurarsi con una polizza ad hoc!

Prima di tutto, dovrebbe essere già chiaro (?) che una cosa è pagare poche centinaia di euro per proteggere la propria casa dal rischio di terremoto, altra cosa è dover mettere da parte i soldi per poterla ricostruire. E il discorso si può, ovviamente, estendere a molti altri rischi, come gli infortuni, la non autosufficienza, la premorienza, eccetera.

A questo punto, ho fatto un ulteriore passo, cercando di dimostrare che assicurarsi è il metodo più corretto anche dal punto di vista dell’efficienza finanziaria!

Il Tool che ho creato è in grado di valutare il rendimento di un capitale investito (anziché “parcheggiato” in attesa di….), a seguito della stipula di una polizza per l’evento premorienza (potremmo ipotizzare la copertura di un qualunque altro rischio!).





Nell’esempio ho ipotizzato il pagamento di un premio per la durata di 15 anni, per una persona di 55 anni. Il capitale assicurato è di 200.000€!

Ebbene, nel caso in cui, durante il periodo considerato, non accada (fortunatamente) nulla, l’assicurato, avendo avuto la possibilità di investire al meglio una stessa quantità di capitale (ho considerato un rendimento medio del 4% nei 15 anni), riesce ad ottenere un rendimento medio annuo del 3% (freccia rossa), NONOSTANTE i PREMI PAGATI!

Nel caso in cui si dovesse verificare l’evento sfavorevole (nell’esempio ho ipotizzato al decimo anno), allora il rendimento sarebbe quasi il 10% (freccia blu) in quanto al montante del capitale proprio investito, andrebbe ad aggiungersi anche quello rimborsato dalla Compagnia.

Quindi, sia nell’uno che nell’altro caso, ci sarebbe SEMPRE UNA CONVENIENZA AD ASSICURARSI!

In definitiva ciò che ho voluto confutare in questo articolo è un vecchio retaggio culturale in base al quale i premi pagati siano soldi buttati, perché tanto con il patrimonio che ho già e che tengo protetto, posso benissimo far fronte ad eventi sfavorevoli!

 

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