Un altro indicatore poco noto (forse perchè richiede dei calcoli abbastanza complessi) ma certamente di grande utilità nello stabilire la bontà di un Fondo, è il cosiddetto Ulcer Index.
E' stato così bizzarramente denominato perché il suo creatore è partito dal concetto che l'ansia indotta negli investitori dalle perdite di un fondo (e, conseguentemente, "l'ulcera" da essi provocata) sia imputabile non solo alla profondità delle perdite ma anche al tempo necessario al fondo per recuperare i massimi precedentemente raggiunti.
A differenza del più famoso Sharpe ratio, l'Ulcer index cerca di superare le notevoli limitazioni del concetto di volatilità su cui si basa lo Sharpe ratio.
Infatti, l'esempio che segue, permette di comprendere facilmente i suddetti limiti.
Tutti e tre i fondi considerati, presentano lo stesso rendimento annuo e la stessa volatilità, ragion per cui hanno un identico valore dello Sharpe ratio.In queste condizioni, la scelta per un Investitore sarebbe totalmente indifferente.
L'Ulcer Index, invece, attraverso l'utilizzo del concetto di misura bidimensionale (perdite subite e tempo di recupero),ci offre la possibilità di poter differenziare i tre fondi.
Nel grafico che segue, ho calcolato il valore di questo indice sulla base dei valori reali di un fondo (Fidelity Gl Focus Eq.). Mentre la linea rossa indica il raggiungimento di massimi relativi del fondo, le superfici comprese tra la suddetta linea e quella blu (quotazioni del fondo) indicano, invece, le aree di 'sofferenza' che entrano nel calcolo del nostro Indice.
Nell'esempio si evince che il fondo esaminato presenta un buon valore di Ulcer index.
In linea generale, tanto più basso è il valore dell'Ulcer index, tanto maggiore è stata la capacità di recupero del Fondo!
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